lunedì 28 settembre 2015
lunedì 21 settembre 2015
Vernissage di Gianni Santagati a Butera
Personale di pittura “CRAS” di Gianni Santagati
Articolo tratto dal quotidiano “LA
SICILIA”del 13 Settembre 2015 di Concetta Santagati
Parte da Mazzarino, dalla sua città natale, il
tour di Gianni Santagati con la nuova personale d’arte pittorica dal titolo “Cras”,
dal latino “domani”. Da lunedì 14 a venerdì 18 dalle ore 15.30 alle 19.30, sarà
possibile visitare le nuove creazioni dell’artista - architetto Santagati, che
si esibiscono sullo sfondo della scenografica chiesa barocca di Sant’Ignazio di
Loyola.
Noto per la sua arte concettuale fatta di
pittura e scrittura, oggi l’artista attraversa (dopo una pausa per motivi
professionali) una metamorfosi proponendo un componimento pittorico fatto di
forme discali, piani di profondità, legamenti tridimensionali e colori acrilici
che cambiano di tonalità, il tutto atto a simboleggiare relazioni umane, l’umanità
che si muove nei suoi spazi, crea contatti e distanze. Questo è il filo
conduttore delle sue opere, che lui stesso definisce “una sinergia tra
astrattismo e surrealismo”. “Sono nato a Mazzarino e l’ho scelta come trampolino
di lancio per il mio tour - dichiara l’artista Santagati - la prossima tappa
sarà Butera, e poi ancora altri luoghi e città. A Mazzarino vorrei anche presentare
la mia prossima pubblicazione dal titolo “Estetica da consumare”.
Questa nuova esposizione, dove entra in
gioco il rapporto dicotomico tra ordine e disordine, razionale e irrazionale, lascia
libero il percettore di crearsi un significato proprio secondo la propria esperienza.
Importante è stata la scelta del nome, “cras” cioè domani, dalla lingua latina,
una lingua considerata morta ma che per me è sempre viva e considero universale
e musicale e adatta ad esprimere la mia nuova collezione. Ringrazio
l’amministrazione comunale che accoglie questa personale e tutti i
collaboratori partner oltre ai grandi critici Franco Spena e Diego Gulizia che mi
seguono in questa nuova avventura”. “I legami rappresentati dall’artista –
dichiara il critico Gulizia – sono solidi e leggeri, definiti ma non limitati,
aperti ma non infiniti, raccolti ma non racchiusi, liberi ma non isolati. Essi
suggeriscono quanto dovrebbe essere alla base delle relazioni umane come
affetti, amicizie, amore, solidarietà, condivisione, abnegazione, disinteresse,
mentre dall’altro ci riportano all’infinitamente piccolo racchiuso nelle
elementari connessioni dei neuroni, le sinapsi”.
Gianni Santagati (64 anni, professione
architetto) vive a Caltanissetta, insegna progettazione di disegno industriale
al liceo artistico “Filippo Juvara” di San Cataldo, è conosciuto a Mazzarino anche
per aver realizzato varie opere come il teatro comunale e la nuova scuola media
Capuana. Coltiva sin dall’infanzia la passione per l’arte e la pittura. La
personale di Santagati sta riscuotendo consensi e a congratularsi con l’artista
per la singolarità e creatività delle sue opere sono anche gli amministratori
locali presenti alla inaugurazione della mostra.
Concetta
Santagati
lunedì 14 settembre 2015
mercoledì 9 settembre 2015
Diego Gulizia presenta: Mostra CRAS di Gianni santagati
Sinapsi
Se questa recensione cominciasse
con il termine “connessione”, per delineare e definire l’ambito o il dominio entro il quale le opere
di Gianni Santagati acquisiscono significatività, sicuramente, in quest’epoca
pervasa e permeata in maniera parossistica di connettività telefonica,
informatica e televisiva, detto termine
verrebbe acquisito in questo quadro di significanti, snaturando di fatto il messaggio che le composizioni
dell’artista intendono veicolare.
Su uno sfondo monocromo, per lo
più orizzontale, filamenti chiari ne percorrono la superficie denunziandone il
suo andamento curvo e la sua entità tridimensionale. Filamenti paralleli e
curvilinei , quasi curve di livello di uno spazio carpito nella brevità della
sua presenza e definito come “oltre” da
fasce ampie e parallele che delineano i piani di profondità.
Primi piani e prospezioni su
spazi che si perdono nei meandri dei filamenti che li generano e ne denunziano
la consistenza plastica.
Primi piani agravitazionali, che vengono
percorsi , in maniera omnidirezionale, da segmenti cilindrici curvilinei
bicromi , che, dipartendosi dal vuoto, connettono forme piane ovaliformi,
generando percezioni di esse quasi prospettiche.
Segmenti con inizio e fine
limitati, colti entro lo spazio rappresentato, materialmente e cromaticamente
definiti, riassumono le forme in un unicum, aperto, libero, articolato,
plasticamente definito, suggerendo una concettualità che si isola per meglio
esprimerla, che si astrae per comprenderne la oggettività, che si pone
spazialmente in primo piano per valorizzarne il significato.
La adimensionalità delle composizioni permette
di percepire i soggetti appartenenti tanto al microcosmo quanto al macrocosmo, tanto come materia di un
vetrino da microscopio, quanto come visione da telescopio, ponendoli in uno
spazio vettoriale ove la compressione e la dilatazione dello spazio
rappresentato non ne altera il contenuto.
Legami solidi e leggeri, definiti
ma non limitati, aperti ma non infiniti, raccolti ma non racchiusi, liberi ma
non isolati, suggeriscono da un lato, in maniera quasi utopica, quanto dovrebbe
essere alla base delle relazioni umane come affetti, amicizie, amore,
solidarietà, condivisione, abnegazione,
disinteresse, mentre dall’altro ci riportano all’infinitamente piccolo
racchiuso nelle elementari connessioni dei neuroni: le sinapsi.
Diego
Gulizia
lunedì 7 settembre 2015
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