Sinapsi
Se questa recensione cominciasse
con il termine “connessione”, per delineare e definire l’ambito o il dominio entro il quale le opere
di Gianni Santagati acquisiscono significatività, sicuramente, in quest’epoca
pervasa e permeata in maniera parossistica di connettività telefonica,
informatica e televisiva, detto termine
verrebbe acquisito in questo quadro di significanti, snaturando di fatto il messaggio che le composizioni
dell’artista intendono veicolare.
Su uno sfondo monocromo, per lo
più orizzontale, filamenti chiari ne percorrono la superficie denunziandone il
suo andamento curvo e la sua entità tridimensionale. Filamenti paralleli e
curvilinei , quasi curve di livello di uno spazio carpito nella brevità della
sua presenza e definito come “oltre” da
fasce ampie e parallele che delineano i piani di profondità.
Primi piani e prospezioni su
spazi che si perdono nei meandri dei filamenti che li generano e ne denunziano
la consistenza plastica.
Primi piani agravitazionali, che vengono
percorsi , in maniera omnidirezionale, da segmenti cilindrici curvilinei
bicromi , che, dipartendosi dal vuoto, connettono forme piane ovaliformi,
generando percezioni di esse quasi prospettiche.
Segmenti con inizio e fine
limitati, colti entro lo spazio rappresentato, materialmente e cromaticamente
definiti, riassumono le forme in un unicum, aperto, libero, articolato,
plasticamente definito, suggerendo una concettualità che si isola per meglio
esprimerla, che si astrae per comprenderne la oggettività, che si pone
spazialmente in primo piano per valorizzarne il significato.
La adimensionalità delle composizioni permette
di percepire i soggetti appartenenti tanto al microcosmo quanto al macrocosmo, tanto come materia di un
vetrino da microscopio, quanto come visione da telescopio, ponendoli in uno
spazio vettoriale ove la compressione e la dilatazione dello spazio
rappresentato non ne altera il contenuto.
Legami solidi e leggeri, definiti
ma non limitati, aperti ma non infiniti, raccolti ma non racchiusi, liberi ma
non isolati, suggeriscono da un lato, in maniera quasi utopica, quanto dovrebbe
essere alla base delle relazioni umane come affetti, amicizie, amore,
solidarietà, condivisione, abnegazione,
disinteresse, mentre dall’altro ci riportano all’infinitamente piccolo
racchiuso nelle elementari connessioni dei neuroni: le sinapsi.
Diego
Gulizia
Nessun commento:
Posta un commento