lunedì 23 novembre 2015

Intervista a Radio CL 1



Sarà ospite de “La Ricarica” di CL1 il pittore e artista Gianni Santagati, martedì alle ore 11,30.
Dal 24 al 26 novembre nel Foyer del Cine – Teatro Marconi  con il patrocinio gratuito del Comune si tiene l mostra di pittura dal titolo “Cras – Palcoscenico – Forme sospese”, dell’artista Gianni Santagati. A presentare l’evento sarà Franco Spena che avrà modo di illustrare il significato dell’opera e dell’espressione creativa del noto artista le cui creazioni potranno essere visitabili nel corso dell’evento.
In occasione del vernissage, martedì alle 18, al foyer del Cine Teatro Marconi si esibirà il gruppo de “I Fiati” diretto dal maestro Enzo Calabrese.

mercoledì 18 novembre 2015

Una fontana per raccontare...

Comune di Rivara
Concorso di idee “una nuova fontana per piazza Statuto”
L’ipotesi progettuale si basa su quattro parametri principali di seguito esposti, determinati dall’ analisi del tessuto urbano, dall’area ove insiste piazza Statuto, nonché dalle preesistenze architettoniche che si confrontano mediante rapporti differenziati nelle forme e nell’evoluzione storica.
La piazza quindi si presenta planimetricamente di forma regolare, assimilabile ad un rettangolo, di modeste dimensioni.

Si configura un perimetro  delimitato da edifici di  diversa altezza e tipologia, sia  di materiali che di manifattura del costruito, che generano verticalizzazioni, mediante chiusure e aperture, identificando un aspetto singolare dello spazio urbano gradevolmente articolato.Le presenze architettoniche costituiscono un percorso storico “stratigrafico” una facile lettura a testimonianza di eventi significativi della cittadina di Rivara come il monumento ai caduti, ubicato nella parte esterna dell’abside della chiesa che lambisce proprio la piazza, nonché l’asilo infantile con il suo “peso volumetrico” di lineamenti classici, tale da integrarsi ulteriormente alla percezione spaziale dell’intera area in argomento.
Mentre le vie di accesso, che con le loro modeste proporzioni, affluiscono sulla piazza dai quattro punti cardinali, determinano una convergenza di percorsi che costituendo  un “campo urbano” con diversi coni ottici  che amplificano la percezione favorendo una fruizione a misura di uomo.
Risulta interessante il muro di cinta ubicato di fronte  l’asilo, che con la sua modesta altezza genera, pur interrompendo una profondità di campo,   una nitida e sintetica prospettiva di ampio respiro che accentua la successione di piani della piazza.
Analisi progettuale:
Dalle analisi sopra descritte, scaturiscono dei punti fondamentali per comporre l’idea di intervento, che possono essere catalogate e sintetizzate come segue:
·         Il rettangolo piazza, è un piano fruibile di modeste dimensioni ma nello stesso tempo diventa una grande base descrittiva, ove i “segni” devono comunicare oltre il proprio intorno;
·          La piazza è inserita nel centro abitato l’asse viario  principale per raggiungerla è la via Ogliano. Si deve, quindi individuare un particolare punto di riferimento che supporti la facile e straordinaria individuazione di essa;  
·          L’elemento caratterizzante come  supporto di base per una nuova configurazione percettiva  e di lettura storica (del nuovo intervento fontana), è costituito dal simbolo monolitico composto da tre elementi emblematici di Rivara, (acqua, pietra e ferro)  ;
·         La piazza deve acquisire un nuovo volume che non interferisce con  l’esistente, ma che ne esalta le quinte prospettiche;
·         La piazza con la sua fontana diventa un punto d’incontro e di riferimento della comunità montana, costituita da ben 11 comuni, rappresentati e sintetizzati dai monoliti.    
L’analisi ci guida nell’ultimo schema ideale, recuperando così un concreto ragionamento sull’applicazione dei parametri sopra enunciati e distinti in:
1)    utilizzo di materiali appartenenti alla storia della cittadina;
2)     facile lettura dello spazio geografico e storico che riveste la piazza;
3)    esaltare i contenuti architettonici esistenti e i suoi punti prospettici, dato la radialità della fontana;
4)    conferire alla piazza carattere di maggiore fruibilità e vivibilità. La piazza, quindi, con la nuova presenza della fontana diventa un contenitore, un punto di ritrovo che rivela la sua espressione tramite simboli, materia e luce.
Interevento progettuale
Si è voluto scardinare il concetto remoto della fontana, proponendo un intervento che esprima nella sua visione globale la dinamicità, articolandosi in varie direzioni nello spazio del sopralzo della piazza.
a fontana è intesa come elemento polarizzante e nello stesso tempo di accordo architettonico con le emergenze che circondano la piazza.L’innovazione tecnologica nel progetto di architettura, ha posto le basi più di un secolo fa per una cultura che in diversi casi riesce ad integrare in maniera armonica ed organica il nuovo con l’antico. L’istanza culturale deve essere fortemente suffragata da una tensione intellettuale che riesca a coniugare e contestualizzare  i nuovi  materiali con l’architettura esistente e quindi ad indirizzare l’azione progettuale a superare le apparenti  incongruenze che esistono  fra “disciplina e libertà, tra memoria ed innovazione, tra natura e tecnologia”.
 La comprensione del linguaggio costruito avviene attraverso la decodifica delle componenti che concorrono alla strutturazione dello spazio alle diverse scale ed in funzione delle risorse materiali  e tecniche costruttive impiegate per individuare i caratteri di omogeneità.
La lettura del contesto, apporta valore al progetto stesso in quanto è “la contemporaneità che prende senso dal dialogo con l’antico”, non dovendo in nessun caso affermare “il primato della contemporaneità stessa”.
 Si tratta invece di saper elaborare i dati della lettura per condurli verso un progetto armonico ed integrato, che non prevarica il passato, ma si misura con esso.
Una riflessione sulla storia passata conduce ad osservare come ogni periodo, tragga la propria espressione architettonica dalle più avanzate tecniche costruttive del suo tempo e come l’innovazione del linguaggio sia necessariamente subordinata ai processi di rinnovamento costruttivo.
Partendo dall’architettura della fontana che trova articolazione essenzialmente in due parti, ovvero, i monoliti che permettono  di  raccordarsi con la vasca alla stessa quota calpestabile rispetto al piano medio al rialzo della piazza, con particolare attenzione alle relazioni visive e ai punti prospettici.
Il nuovo intervento architettonico,  vuole mitigare gli impatti visivi mediante delle misure che tengono conto del registro cromatico del paesaggio;  come la pietra di Luserna, il ferro e la stessa acqua.
Tali misure hanno un effetto armonizzante con il paesaggio, tanto che per una migliore valutazione dell’impatto paesaggistico del progetto, sono state prodotte specifiche elaborazioni, comprendenti:
 la forma e l’articolazione della fontana;
 il rapporto diretto tra la geometria prevalentemente costituita dagli edifici esistenti  caratterizzati da alberature.

 Davide Anzalone, Salvatore Santangelo e Gianni Santagati (Architetti)

sabato 14 novembre 2015

Franco Spena presenta la personale di pittura di Gianni Santagati

CRAS-Palcoscenico......
Gianni Santagati............
"vernissage " .................
24 Novembre 2015........
Cine-Teatro "Marconi....
San Cataldo ...................


Forme sospese di Franco Spena

 Sospesa tra superficie e forma, la ricerca di Gianni Santagati si sviluppa secondo un processo nel quale si alternano volumi e piani in un susseguirsi di equilibri che si conformano nelle composizioni. Composizioni caratterizzate da una attenta collocazione delle loro parti, in un susseguirsi di rapporti tra i vari elementi, secondo un gusto che conduce l’artista a un uso attento di geometrie e di volumi che sembrano agire su un palcoscenico nel quale il progetto compositivo si realizza muovendosi davanti a uno sfondo.

Ogni opera appare quasi il risultato di un’azione appunto, che avviene su due piani. Uno è rappresentato dallo scenario spesso realizzato con tinte apparentemente piatte nelle quali il colore, appena materico, lascia vedere, nella monocromia, un gioco di pennellate che vibrano alla luce. L’altro è composto da un vocabolario di forme che alludono a una tridimensionalità attraverso la rappresentazione di dischi, ovali, cordoni e fili continuamente in relazione tra loro, che sembrano condurre un discorso metafisico sospeso tra spazio e luce.

Le forme appaiono infatti come gli attori di una commedia allestita tra terra e cielo, protagonisti di un dialogo fatto di rimandi, richiami, rapporti continui che mettono in evidenza la loro relazione.
Una relazione sempre in evoluzione, pronta a creare nuovi giochi compositivi che, nel loro evidente effetto tridimensionale, sembrano suggerire gli sviluppi successivi di una scena che rivivrà con nuovi equilibri, dando origine a nuove soluzioni spaziali, a nuovi ritmi.
Per questo appare emblematico il titolo di questo ciclo di ricerca: “CRAS”.
Come dire “domani”, a sottolineare la volontà di creare una proiezione verso il futuro che non è statico, ma è sviluppo, ricambio, rinnovamento pur nell’identità di una storia che sta alla base di un  progetto che, mantenendo il suo vocabolario culturale, è sempre pronto a rinnovarsi.
Un rinnovamento che avviene per spostamenti graduali, attraverso una scrittura che tiene conto di un prima e un poi, senza rinunciare a un presente nel quale, attraverso la pittura, la rappresentazione prende corpo.

E’ appunto nel presente che la realtà continuamente si concretizza e la volontà di Gianni Santagati sembra quella di fissarne costantemente i passaggi bloccando i momenti significativi di un teatro che dalla esperienza di “ieri” proporrà “domani” un altro volto di sé che diverrà nuova esperienza di vita e, nel caso, di forma e di colore.

Consapevole della continuità di questo processo di rinnovamento, l’artista sembra porsi in modo contemplativo davanti alle fasi dell’evolversi delle forme godendo dell’atmosfera che di volta in volta appare realizzarsi nella scena, con l’intento di cogliere il gioco delle voci e dei silenzi di quella conversazione – come dicevamo prima – che si realizza in un teatro di colori e di luci che scomparirà per nuovamente comparire “Cras”, in una diversa ed entusiasmante situazione spaziale.

Su un piano traslato, gli elementi della composizione appaiono forme come persone, perennemente in relazione per conoscere e riconoscersi in un sociale che le comprende e le legittima ponendole in un sistema che è comunione di armonie e pensieri. Un sociale che è interazione di rapporti umani che si sviluppano,  evolvono e crescono aprendosi alla collaborazione. Collaborazione che nella composizione è rapporto, ricerca, movimento, alternarsi di equilibri, dialogo tra le forme, identità di volumi, attraverso le parole di un vocabolario che si esprime nella serenità compiaciuta di uno spettacolo compositivo sapientemente animato dal colore e dalla luce.


                                                                                                    FRANCO SPENA

sabato 7 novembre 2015

Al confine della terra di Sicilia


Una linea chiamata orizzonte

Ma oltre l'orizzonte tante case sono abbandonate

Una linea così vicina

Foto scattata nella magnifica spiaggia di Gela; nella seconda guerra mondiale fu teatro dello storico sbarco degli alleati  

venerdì 6 novembre 2015

Il taglio

Diario di Gianni Santagati 
riguardante le fasi di progettazione e lavorazione dell'installazione artistica 
"ORO AMARO" 
(1° fase il pensiero pubblicato 1.11.2015 - 2° fase Il taglio)
da collocare presso il Museo dello zolfo Miniera Trabia-Tallarita in territorio di Riesi, con il patrocinio della Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Caltanissetta

domenica 1 novembre 2015

ORO AMARO

Studio per una installazione artistica da collocare presso il museo delle zolfare Trabia-Tallarita nel territorio di Riesi (CL), con il patrocinio della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta.

Titolo dell’opera:     “ORO AMARO”
Luogo:                      Miniera Trabia Tallarita
Dimensioni:              Disco cm. 200 x cm. 150
                                 dimensione totale prevista h= cm. 160, base cm. 200x cm.250
Materiali:                  Disco in lamiera spessore mm. 2, filamenti in P.V.C colorato,
                                 granuli di zolfo.
                                
 Premessa
Le colline del “nisseno” mostrano i segni di un periodo storico che ha tracciato un profondo solco sociale, con l’avvento dell’estrazione dello zolfo.
Generazioni che hanno vissuto uno straordinario sconvolgimento della dura vita contadina per riversarsi in un lavoro rischioso dove il bracciante veniva risucchiato in uno spazio profondo completamente opposto al campo di grano con il suo giallo delle spighe d’orate scambiandolo con il giallo e l’odore acre dello zolfo.
Una riconversione che dal contadino al minatore, impose un cruento condizionamento di vita.
“Oro Amaro” è il titolo della mia installazione artistica presso il museo delle zolfare – Miniera Trabia Tallarita nel territorio di Riesi.
La miniera, quindi è il luogo che parla di sofferenza, della fabbrica che produce, di orizzonti rurali, di detriti emersi e tralicci metallici, un insieme di elementi che fermano l’immagine di un vecchio fil in bianco e nero.
Visitando la struttura della miniera Trabia Tallarita, queste sensazioni e impressioni si avvertono facilmente.
La Miniera rimane viva e palpabile, grazie alla salvaguardia dei luoghi.
Il pianeta miniera è un argomento a me caro ed importante, poiché un mio zio ne rimase vittima negli anni cinquanta e pertanto dedico la mia opera a Salvatore Santagati e a tutti gli uomini e carusi che hanno sofferto nelle profonde viscere delle colline nissene.

Descrizione semantica dell’opera
L’istallazione è stata concepita mediante il mio linguaggio espressivo, strutturato con un codice di base “astratto” e il “surreale” che racconta una sensazione onirica dell’essere umano.
Gli elementi protagonisti dell’installazione sono essenzialmente tre,il “disco”, (elemento portante e di unione), i “filamenti”che si incontrano, si allontanano e trapassano il sottile “disco” rigido  e lo zolfo, (base dell’intera composizione).
Il significato della composizione è palesato dal cromatismo che identifica il ferro dei tralicci e lo zolfo.
Volutamente interrompo la descrizione per facilitare una libera interpretazione all’osservatore, permettendo un seguito che può concludersi secondo il proprio stato d’animo.
                                                          Giovanni Santagati

Si ringrazia per la collaborazione gli Architetti Cupani Antonio e Salvatore Santangelo per la restituzione grafica 3D