lunedì 30 novembre 2015
domenica 29 novembre 2015
venerdì 27 novembre 2015
lunedì 23 novembre 2015
Intervista a Radio CL 1
Sarà ospite de “La Ricarica” di CL1 il pittore e artista Gianni Santagati, martedì alle ore 11,30.
Dal 24 al 26 novembre nel Foyer del Cine – Teatro Marconi con il patrocinio gratuito del Comune si tiene l mostra di pittura dal titolo “Cras – Palcoscenico – Forme sospese”, dell’artista Gianni Santagati. A presentare l’evento sarà Franco Spena che avrà modo di illustrare il significato dell’opera e dell’espressione creativa del noto artista le cui creazioni potranno essere visitabili nel corso dell’evento.
In occasione del vernissage, martedì alle 18, al foyer del Cine Teatro Marconi si esibirà il gruppo de “I Fiati” diretto dal maestro Enzo Calabrese.

giovedì 19 novembre 2015
mercoledì 18 novembre 2015
Una fontana per raccontare...
Comune di Rivara
Concorso di idee “una
nuova fontana per piazza Statuto”
L’ipotesi
progettuale si basa su quattro parametri principali di seguito esposti,
determinati dall’ analisi del tessuto urbano, dall’area ove insiste piazza
Statuto, nonché dalle preesistenze architettoniche che si confrontano mediante
rapporti differenziati nelle forme e nell’evoluzione storica.
La
piazza quindi si presenta planimetricamente di forma regolare, assimilabile ad
un rettangolo, di modeste dimensioni.
Si configura un perimetro delimitato da edifici di diversa altezza e tipologia, sia di materiali che di manifattura del costruito, che generano verticalizzazioni, mediante chiusure e aperture, identificando un aspetto singolare dello spazio urbano gradevolmente articolato.
Mentre
le vie di accesso, che con le loro modeste proporzioni, affluiscono sulla
piazza dai quattro punti cardinali, determinano una convergenza di percorsi che
costituendo un “campo urbano” con
diversi coni ottici che amplificano la
percezione favorendo una fruizione a misura di uomo.
Risulta
interessante il muro di cinta ubicato di fronte l’asilo, che con la sua modesta altezza
genera, pur interrompendo una profondità di campo, una
nitida e sintetica prospettiva di ampio respiro che accentua la successione di
piani della piazza.
Analisi
progettuale:
Dalle
analisi sopra descritte, scaturiscono dei punti fondamentali per comporre
l’idea di intervento, che possono essere catalogate e sintetizzate come segue:
·
Il rettangolo piazza, è un
piano fruibile di modeste dimensioni ma nello stesso tempo diventa una grande
base descrittiva, ove i “segni” devono comunicare oltre il proprio intorno;
·
La piazza è inserita nel centro abitato l’asse
viario principale per raggiungerla è la
via Ogliano. Si deve, quindi individuare un particolare punto di riferimento
che supporti la facile e straordinaria individuazione di essa;
·
L’elemento caratterizzante come supporto di base per una nuova configurazione
percettiva e di lettura storica (del
nuovo intervento fontana), è costituito dal simbolo monolitico composto da tre
elementi emblematici di Rivara, (acqua, pietra e ferro) ;
·
La piazza deve acquisire un
nuovo volume che non interferisce con l’esistente, ma che ne esalta le quinte
prospettiche;
· La piazza con la sua fontana diventa un punto
d’incontro e di riferimento della comunità montana, costituita da ben 11 comuni,
rappresentati e sintetizzati dai monoliti.
L’analisi
ci guida nell’ultimo schema ideale, recuperando così un concreto ragionamento
sull’applicazione dei parametri sopra enunciati e distinti in:
1)
utilizzo di materiali appartenenti
alla storia della cittadina;
2)
facile lettura dello spazio geografico e
storico che riveste la piazza;
3)
esaltare i contenuti
architettonici esistenti e i suoi punti prospettici, dato la radialità della
fontana;
4)
conferire alla piazza
carattere di maggiore fruibilità e vivibilità. La
piazza, quindi, con la nuova presenza della fontana diventa un contenitore, un
punto di ritrovo che rivela la sua espressione tramite simboli, materia e luce.
Interevento
progettuale
Si
è voluto scardinare il concetto remoto della fontana, proponendo un intervento
che esprima nella sua visione globale la dinamicità, articolandosi in varie
direzioni nello spazio del sopralzo della piazza.
a
fontana è intesa come elemento polarizzante e nello stesso tempo di accordo
architettonico con le emergenze che circondano la piazza. L’innovazione
tecnologica nel progetto di architettura, ha posto le basi più di un secolo fa
per una cultura che in diversi casi riesce ad integrare in maniera armonica ed
organica il nuovo con l’antico. L’istanza culturale deve essere fortemente
suffragata da una tensione intellettuale che riesca a coniugare e
contestualizzare i nuovi materiali con l’architettura esistente e
quindi ad indirizzare l’azione progettuale a superare le apparenti incongruenze che esistono fra “disciplina e libertà, tra memoria ed
innovazione, tra natura e tecnologia”.
La comprensione del linguaggio costruito
avviene attraverso la decodifica delle componenti che concorrono alla
strutturazione dello spazio alle diverse scale ed in funzione delle risorse
materiali e tecniche costruttive
impiegate per individuare i caratteri di omogeneità.
La
lettura del contesto, apporta valore al progetto stesso in quanto è “la
contemporaneità che prende senso dal dialogo con l’antico”, non dovendo in
nessun caso affermare “il primato della contemporaneità stessa”.
Si tratta invece di saper elaborare i dati
della lettura per condurli verso un progetto armonico ed integrato, che non
prevarica il passato, ma si misura con esso.
Una
riflessione sulla storia passata conduce ad osservare come ogni periodo, tragga
la propria espressione architettonica dalle più avanzate tecniche costruttive
del suo tempo e come l’innovazione del linguaggio sia necessariamente
subordinata ai processi di rinnovamento costruttivo.
Partendo
dall’architettura della fontana che trova articolazione essenzialmente in due
parti, ovvero, i monoliti che permettono
di raccordarsi con la vasca alla
stessa quota calpestabile rispetto al piano medio al rialzo della piazza, con
particolare attenzione alle relazioni visive e ai punti prospettici.
Il
nuovo intervento architettonico, vuole
mitigare gli impatti visivi mediante delle misure che tengono conto del
registro cromatico del paesaggio; come la
pietra di Luserna, il ferro e la stessa acqua.
Tali
misure hanno un effetto armonizzante con il paesaggio, tanto che per una
migliore valutazione dell’impatto paesaggistico del progetto, sono state
prodotte specifiche elaborazioni, comprendenti:
la forma e l’articolazione della fontana;
il rapporto diretto tra la geometria prevalentemente
costituita dagli edifici esistenti
caratterizzati da alberature.
Davide Anzalone, Salvatore Santangelo e Gianni Santagati (Architetti)
lunedì 16 novembre 2015
sabato 14 novembre 2015
Franco Spena presenta la personale di pittura di Gianni Santagati
CRAS-Palcoscenico......
Gianni Santagati............
"vernissage " .................
24 Novembre 2015........
Cine-Teatro "Marconi....
San Cataldo ...................
Forme sospese di Franco Spena
Ogni opera appare quasi il
risultato di un’azione appunto, che avviene su due piani. Uno è rappresentato
dallo scenario spesso realizzato con tinte apparentemente piatte nelle quali il
colore, appena materico, lascia vedere, nella monocromia, un gioco di
pennellate che vibrano alla luce. L’altro è composto da un vocabolario di forme
che alludono a una tridimensionalità attraverso la rappresentazione di dischi,
ovali, cordoni e fili continuamente in relazione tra loro, che sembrano
condurre un discorso metafisico sospeso tra spazio e luce.
Le forme appaiono infatti come
gli attori di una commedia allestita tra terra e cielo, protagonisti di un
dialogo fatto di rimandi, richiami, rapporti continui che mettono in evidenza
la loro relazione.
Una relazione sempre in
evoluzione, pronta a creare nuovi giochi compositivi che, nel loro evidente
effetto tridimensionale, sembrano suggerire gli sviluppi successivi di una
scena che rivivrà con nuovi equilibri, dando origine a nuove soluzioni
spaziali, a nuovi ritmi.
Per questo appare emblematico il
titolo di questo ciclo di ricerca: “CRAS”.
Come dire “domani”, a
sottolineare la volontà di creare una proiezione verso il futuro che non è
statico, ma è sviluppo, ricambio, rinnovamento pur nell’identità di una storia
che sta alla base di un progetto che,
mantenendo il suo vocabolario culturale, è sempre pronto a rinnovarsi.
Un rinnovamento che avviene per
spostamenti graduali, attraverso una scrittura che tiene conto di un prima e un
poi, senza rinunciare a un presente nel quale, attraverso la pittura, la
rappresentazione prende corpo.
E’ appunto nel presente che la
realtà continuamente si concretizza e la volontà di Gianni Santagati sembra
quella di fissarne costantemente i passaggi bloccando i momenti significativi
di un teatro che dalla esperienza di “ieri” proporrà “domani” un altro volto di
sé che diverrà nuova esperienza di vita e, nel caso, di forma e di colore.
Consapevole della continuità di
questo processo di rinnovamento, l’artista sembra porsi in modo contemplativo
davanti alle fasi dell’evolversi delle forme godendo dell’atmosfera che di
volta in volta appare realizzarsi nella scena, con l’intento di cogliere il
gioco delle voci e dei silenzi di quella conversazione – come dicevamo prima – che
si realizza in un teatro di colori e di luci che scomparirà per nuovamente
comparire “Cras”, in una diversa ed entusiasmante situazione spaziale.
Su un piano traslato, gli
elementi della composizione appaiono forme come persone, perennemente in
relazione per conoscere e riconoscersi in un sociale che le comprende e le
legittima ponendole in un sistema che è comunione di armonie e pensieri. Un
sociale che è interazione di rapporti umani che si sviluppano, evolvono e crescono aprendosi alla
collaborazione. Collaborazione che nella composizione è rapporto, ricerca,
movimento, alternarsi di equilibri, dialogo tra le forme, identità di volumi,
attraverso le parole di un vocabolario che si esprime nella serenità compiaciuta
di uno spettacolo compositivo sapientemente animato dal colore e dalla luce.
FRANCO SPENA
giovedì 12 novembre 2015
mercoledì 11 novembre 2015
martedì 10 novembre 2015
sabato 7 novembre 2015
Al confine della terra di Sicilia
Una linea chiamata orizzonte
Ma oltre l'orizzonte tante case sono abbandonate
Una linea così vicina
Foto scattata nella magnifica spiaggia di Gela; nella seconda guerra mondiale fu teatro dello storico sbarco degli alleati
venerdì 6 novembre 2015
Il taglio
Diario di Gianni Santagati
riguardante le fasi di progettazione e lavorazione dell'installazione artistica
"ORO AMARO"
(1° fase il pensiero pubblicato 1.11.2015 - 2° fase Il taglio)
da collocare presso il Museo dello zolfo Miniera Trabia-Tallarita in territorio di Riesi, con il patrocinio della Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Caltanissetta
giovedì 5 novembre 2015
domenica 1 novembre 2015
ORO AMARO
Titolo dell’opera: “ORO AMARO”
Luogo: Miniera Trabia Tallarita
Dimensioni: Disco cm. 200 x cm. 150
dimensione
totale prevista h= cm. 160, base cm. 200x cm.250
Materiali: Disco in lamiera spessore mm.
2, filamenti in P.V.C colorato,
granuli di
zolfo.
Premessa
Le colline del “nisseno” mostrano i
segni di un periodo storico che ha tracciato un profondo solco sociale, con
l’avvento dell’estrazione dello zolfo.
Generazioni che hanno vissuto uno
straordinario sconvolgimento della dura vita contadina per riversarsi in un
lavoro rischioso dove il bracciante veniva risucchiato in uno spazio profondo
completamente opposto al campo di grano con il suo giallo delle spighe d’orate
scambiandolo con il giallo e l’odore acre dello zolfo.
Una riconversione che dal contadino al
minatore, impose un cruento condizionamento di vita.
“Oro Amaro” è il titolo della mia
installazione artistica presso il museo delle zolfare – Miniera Trabia Tallarita
nel territorio di Riesi.
La miniera, quindi è il luogo che
parla di sofferenza, della fabbrica che produce, di orizzonti rurali, di
detriti emersi e tralicci metallici, un insieme di elementi che fermano
l’immagine di un vecchio fil in bianco e nero.
Visitando la struttura della miniera Trabia
Tallarita, queste sensazioni e impressioni si avvertono facilmente.
La Miniera rimane viva e palpabile,
grazie alla salvaguardia dei luoghi.
Il pianeta miniera è un argomento a me
caro ed importante, poiché un mio zio ne rimase vittima negli anni cinquanta e
pertanto dedico la mia opera a Salvatore Santagati e a tutti gli uomini e
carusi che hanno sofferto nelle profonde viscere delle colline nissene.
Descrizione semantica
dell’opera
L’istallazione è stata concepita
mediante il mio linguaggio espressivo, strutturato con un codice di base
“astratto” e il “surreale” che racconta una sensazione onirica dell’essere
umano.
Gli elementi protagonisti
dell’installazione sono essenzialmente tre,il “disco”, (elemento portante e di
unione), i “filamenti”che si incontrano, si allontanano e trapassano il sottile
“disco” rigido e lo zolfo, (base
dell’intera composizione).
Il significato della composizione è
palesato dal cromatismo che identifica il ferro dei tralicci e lo zolfo.
Volutamente interrompo la descrizione
per facilitare una libera interpretazione all’osservatore, permettendo un
seguito che può concludersi secondo il proprio stato d’animo.
Giovanni Santagati
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