CRAS-Palcoscenico......
Gianni Santagati............
"vernissage " .................
24 Novembre 2015........
Cine-Teatro "Marconi....
San Cataldo ...................
Forme sospese di Franco Spena
Ogni opera appare quasi il
risultato di un’azione appunto, che avviene su due piani. Uno è rappresentato
dallo scenario spesso realizzato con tinte apparentemente piatte nelle quali il
colore, appena materico, lascia vedere, nella monocromia, un gioco di
pennellate che vibrano alla luce. L’altro è composto da un vocabolario di forme
che alludono a una tridimensionalità attraverso la rappresentazione di dischi,
ovali, cordoni e fili continuamente in relazione tra loro, che sembrano
condurre un discorso metafisico sospeso tra spazio e luce.
Le forme appaiono infatti come
gli attori di una commedia allestita tra terra e cielo, protagonisti di un
dialogo fatto di rimandi, richiami, rapporti continui che mettono in evidenza
la loro relazione.
Una relazione sempre in
evoluzione, pronta a creare nuovi giochi compositivi che, nel loro evidente
effetto tridimensionale, sembrano suggerire gli sviluppi successivi di una
scena che rivivrà con nuovi equilibri, dando origine a nuove soluzioni
spaziali, a nuovi ritmi.
Per questo appare emblematico il
titolo di questo ciclo di ricerca: “CRAS”.
Come dire “domani”, a
sottolineare la volontà di creare una proiezione verso il futuro che non è
statico, ma è sviluppo, ricambio, rinnovamento pur nell’identità di una storia
che sta alla base di un progetto che,
mantenendo il suo vocabolario culturale, è sempre pronto a rinnovarsi.
Un rinnovamento che avviene per
spostamenti graduali, attraverso una scrittura che tiene conto di un prima e un
poi, senza rinunciare a un presente nel quale, attraverso la pittura, la
rappresentazione prende corpo.
E’ appunto nel presente che la
realtà continuamente si concretizza e la volontà di Gianni Santagati sembra
quella di fissarne costantemente i passaggi bloccando i momenti significativi
di un teatro che dalla esperienza di “ieri” proporrà “domani” un altro volto di
sé che diverrà nuova esperienza di vita e, nel caso, di forma e di colore.
Consapevole della continuità di
questo processo di rinnovamento, l’artista sembra porsi in modo contemplativo
davanti alle fasi dell’evolversi delle forme godendo dell’atmosfera che di
volta in volta appare realizzarsi nella scena, con l’intento di cogliere il
gioco delle voci e dei silenzi di quella conversazione – come dicevamo prima – che
si realizza in un teatro di colori e di luci che scomparirà per nuovamente
comparire “Cras”, in una diversa ed entusiasmante situazione spaziale.
Su un piano traslato, gli
elementi della composizione appaiono forme come persone, perennemente in
relazione per conoscere e riconoscersi in un sociale che le comprende e le
legittima ponendole in un sistema che è comunione di armonie e pensieri. Un
sociale che è interazione di rapporti umani che si sviluppano, evolvono e crescono aprendosi alla
collaborazione. Collaborazione che nella composizione è rapporto, ricerca,
movimento, alternarsi di equilibri, dialogo tra le forme, identità di volumi,
attraverso le parole di un vocabolario che si esprime nella serenità compiaciuta
di uno spettacolo compositivo sapientemente animato dal colore e dalla luce.
FRANCO SPENA
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