mercoledì 4 maggio 2016

Castello Incantato



Domani si inaugura la personale di Gianni Santagati al museo archeologico diretto dall’architetto Nucera


Caltanissetta – Domani”,  5 maggio 2016 alle ore 17,30, verrà inaugurata una personale di Pittura e Perfomance dell’artista Gianni Santagati dal titolo “sulle sponde dell’Himera, che rimarrà fruibile fino al 22 maggio 2016.
La mostra rientra nell’ambito delle iniziative culturali promosse e organizzate dal Museo Archeologico di Caltanissetta, a cura del direttore, l’architetto mussomelese Giovanni Crisostomo Nucera, con testo critico di Atanasio Giuseppe Elia.
Il progetto espositivo è una iniziativa singolare e fuori dagli schemi, per chi visiterà l’esposizione, sia per la presenza di alcune installazioni plastiche  prodotte dall’artista negli anni ed altre opere realizzate appositamente per lo spazio museale, sia per l’insolita fruizione di uno spazio culturale istituzionale dedicato ai Beni Archeologici degli antichi insediamenti del territorio urbano ed extraurbano di Caltanissetta e di altri centri del territorio provinciale, dalla preistoria all’età tardo antica che in questa occasione apre le porte all’Arte contemporanea.
Durante l’inaugurazione assisteremo ad una Perfermance dal titolo “PALMIRA”, frutto di un’accurata ricerca che fa rivivere e riflettere sulla barbarie umana e sull’alto valore della bellezza, codificata quest’ultima dall’immagine di Palmira,  importante centro culturale dell’antichità le cui vestigia sono state in gran parte distrutte dall’Isis. Una bellezza, valore universale, carica di memoria e materializzata dall’artista nella realizzazione di un  vaso in argilla cruda, una sorta di vaso di pandora, fatto a pezzi e sagomati. Una memoria spezzata che racchiude, per citare Balthasar, “il tutto in un frammento”. Contro la morte, richiamata anche da “Samarcanda” di Vecchioni, le note di Stockhausen danno un forte senso di ribellione alla ferocia umana e alla distruzione. L’artista sembra dirci che l’arte può diventare uno strumento per superare le ferite dell’umanità.

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