lunedì 2 maggio 2016

INVITO


La performance di Santagati dal titolo "PALMIRA", frutto di un'accurata ricerca, fa rivivere e riflettere sulla barbarie umana e sull'alto valore della bellezza, codificata quest'ultima dall'immagine di Palmira,  importante centro culturale dell'antichità le cui vestigia sono state in gran parte distrutte dall'Isis. Una bellezza, valore universale, carica di memoria e materializzata dall'artista nella realizzazione di un  vaso in argilla cruda, una sorta di vaso di pandora, fatto a pezzi e sagomati. Una memoria spezzata che racchiude, per citare Balthasar, "il tutto in un frammento". Contro la morte, richiamata anche da “Samarcanda” di Vecchioni, le note di Stockhausen danno un forte senso di ribellione alla ferocia umana e alla distruzione. L’artista sembra dirci che l’arte può diventare uno strumento per superare le ferite dell’umanità.     

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